
di Federico Cenci
Intervista allo scrittore Francesco Agnoli, autore di un libro che spiega: scienza e fede sono compatibili
Lo hanno chiamato «V-Day». La giornata in cui è stato lanciato il vaccino anti-CoViD-19 in Europa ha assunto i crismi di una data epica. In tempi di secolarizzazione e di scientismo la panacea che salva l’umanità sembra non venire più dal Cielo, come avrebbero confidato i nostri padri, ma da un laboratorio. La scienza in effetti è molto utile. Ma affidarsi a essa non esclude affatto la fede in Dio.
Lo ricorda il professor Francesco Agnoli, docente di Materie umanistiche e autore della serie di video-lezioni Filosofia per tutti. Lo fa nel suo Scienziati, dunque credenti, giunto oggi alla terza edizione. Da Giovanni Keplero a Blaise Pascal, passando per Louis Pasteur, Niccolò Copernico e Isacco Newton, nonché per i meno conosciuti Georges Edouard Lemaître e Francesco Lana de’ Terzi, il volume porta il lettore a una conclusione: i padri della scienza moderna hanno creduto in Dio.
Ritiene che, in questa fase di pandemia, sia importante ribadire che scienza e fede sono tutt’altro che antitetiche?
La pandemia rivela chiaramente a tutti che si muore, che la vita non è in nostro pieno possesso, che la scienza è grande, potente, ma anche limitata. Ricorda insomma una caratteristica fondamentale della natura umana: l’uomo ha una ragione, un’intelligenza e un’anima spirituale che lo pone al di sopra della natura, che permette di dominarla, sì, ma solo in parte. Perché la ragione umana è la ragione con la «r» minuscola, quella che legge il libro della natura, ma non quella con la «R» maiuscola, che quel libro lo scrive ogni istante. Continua a leggere→